Il 29 febbraio scorso è stato pubblicato un nuovo decreto interministeriale per disciplinare le modalità e i requisiti per l’ingresso e il soggiorno di cittadini stranieri che svolgono una attività lavorativa altamente qualificata attraverso l’uso di strumenti tecnologici per il lavoro da remoto.  Si tratta di lavoratori che si pongono al di fuori delle quote del decreto flussi.

In particolare, il decreto definisce i requisiti per il rilascio del visto e del permesso di soggiorno, relativi a reddito, assicurazione sanitaria, disponibilità di un alloggio, esperienza pregressa e, per i lavoratori da remoto, alla presenza di un contratto o di un’offerta vincolante. Una volta in Italia, questi lavoratori avranno un permesso di soggiorno con la dicitura «nomade digitale – lavoratore da remoto», della durata massima di un anno, rinnovabile, e potranno chiedere il ricongiungimento familiare.

Il decreto disciplina anche le modalità per la verifica contributiva e fiscale. In assenza di accordi bilaterali di sicurezza sociale con il Paese di origine, varrà la disciplina previdenziale e assicurativa italiana. Ai nomadi digitali e ai lavoratori da remoto sarà rilasciato il codice fiscale insieme al permesso di soggiorno.

Per visionare il decreto, clicca qui.

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